mercoledì 21 marzo 2012

Il generale Dampierre, un marchese rivoluzionario


Auguste Marie Henri Picot, marchese di Dampierre (1756 - 1793) iniziò la sua carriera militare come ufficiale delle gardes françaises  ed ebbe occasione di viaggiare molto recandosi prima in Inghilterra e poi a Berlino  dove poté studiare la tattica di Federico il Grande di Prussia di cui era un grande estimatore.
Allo scoppio della Rivoluzione Francese si ritirò nei suoi possedimenti, ma come molti aristocratici del periodo, o per convenienza o per reale convinzione abbracciò le nuove idee repubblicane e tornò in servizio,  distinguendosi come generale durante le prime campagne rivoluzionarie soprattutto nella battaglia di Valmy e in particolare a Jemmapes.
Maresciallo di campo nel 1792, tenente generale l’anno successivo e comandante in capo dell’armata del nord, questa la breve e intensa carriera di un singolare generale repubblicano dai nobili natali che si concluse drammaticamente durante gli scontri del bosco di Vigogne nelle vicinanze di Valenciennes dove, mentre guidava sei colonne francesi contro gli austriaci, venne colpito a una coscia e morì il giorno seguente.

Il quadro che è servito come base iconografica della realizzazione del figurino del generale Dampierre è opera del pittore Philippotteaux che si basò su un ritratto appartenente alla famiglia.
La tela riproduce perfettamente questa interessate figura di generale in cui coesistono elementi ancien régime e il nuovo look rivoluzionario.
Sono legate alla tradizione l’uniforme pre rivoluzionaria, la sciabola pienamente settecentesca e la capigliatura incipriata.
Sono alla nuova moda il cappello con la fascia tricolore, simile a quello usato dai commissari politici della rivoluzione e l’enfatico nodo della cravatta. 



La riproduzione del quadro è stata una operazione interessante, con qualche complicazione che immancabilmente si  rivela in questo tipo di lavoro, dove bisogna mediare tra l’immagine bidimensionale realizzata dal pittore e le reali proporzioni e volumi di un oggetto tridimensionale.



Nel quadro il pittore può “giocare” con la prospettiva, cosa impossibile in un tutto tondo.
Ad esempio, sul tamburo il cappello, il guanto e la mano destra di Dampierre risultano tra loro molto spaziati.
Nel tridimensionale se si fossero rispettate queste distanze tra i vari oggetti, gli stessi non sarebbero potuti stare su un tamburo dalle misure regolamentari.
Nell’esecuzione perciò tutti gli oggetti sono tra loro uniti per fare in modo che ci potessero stare, nonostante il tamburo sia stato appositamente realizzato di un diametro di poco maggiore di quello regolamentare. 




Questo “piccolo” Dampierre è stato dipinto con l’abituale maestria da Danilo Cartacci.




allevi.ps@gmail.com

mercoledì 14 marzo 2012

MARZO 1848: la città insorge

Ecco a voi l’invito e il comunicato stampa delle 
commemorazioni delle Cinque Giornate in programma a Milano 
domenica 18 marzo 2012.
Durante il convegno in Sala Alessi a Palazzo Marino io terrò una relazione su: 
IL FIGURINO STORICO 
uniformologia e tridimensionalità miniaturizzata 



e successivamente al Museo del Risorgimento 
l'associazione AMIS presenterà la realizzazione del 
diorama sulle Cinque Giornate 



che verrà donato al Museo.  

Comunicato stampa
Domenica 18 marzo 2012, in occasione della commemorazione delle Cinque Giornate di Milano, le Civiche Raccolte Storiche promuovono alcuni eventi di riflessione e approfondimento dedicati a questo importante momento della storia della città. 
Presso Palazzo Marino, nella splendida cornice della Sala Alessi, è organizzato il seminario di studio Marzo 1848: la città insorge, con la partecipazione di storici, docenti universitari, esperti di uniformologia. Il programma dei lavori, suddiviso in due momenti, lungo l’arco della giornata, con pausa alle ore 13, si svilupperà in questi interventi: 
ore 10.30 Introduzione
ore 11.00 Maria Luisa Betri, Oh giornate del nostro riscatto! Milano nell’insurrezione del marzo 1848
ore 11.30 Marco Bologna, Cesare Correnti. Da Porta Vittoria alla costruzione dello Stato nazionale.
ore 12 Mariachiara Fugazza, Carlo Cattaneo protagonista e storico delle Cinque Giornate
ore 12.30 dibattito
ore 15.30 Il Risorgimento nelle ricerche effettuate negli archivi storici della Martesana, a cura dell’Associazione Studi Storici della Martesana 
ore 16 Piersergio Allevi, Il figurino storico: uniformologia e tridimensionalità miniaturizzata 
Al termine dei lavori seminariali, il teatro della manifestazione sarà il Museo del Risorgimento, in via Borgonuovo 23. Alle 17.30 l’AMIS (Associazione Milanese di uniformologia e del figurino storico) farà rivivere le barricate del 1848 presentando un diorama che verrà donato al Museo. Vero e proprio affresco tridimensionale, il diorama è un pezzo unico, realizzato dai soci dell’AMIS e del Club modellistico “Il Caravaggio”; presenta 15 figurini storici in scala 1:30 e 70 oggetti tra i più svariati che componevano le barricate. I protagonisti di questa riproduzione tridimensionale in scala sono i figurini storici, più comunemente definiti “soldatini”. Grande attenzione è stata riservata alla riproduzione dell’abbigliamento e delle armi dell’epoca. 
Per questa occasione il Comando Generale della Guardia di Finanza ha concesso il prestito di una rara uniforme storica risalente al 1848, che verrà esposta nelle sale del Museo vicino al diorama. 
Per informazioni:
tel. 02.884 63662/64180
c.museorisorgimento@comune.milano.it


Ecco un estratto del mio intervento.



Il Figurino Storico: 

uniformologia e tridimensionalità miniaturizzata
Quello che comunemente viene chiamato “soldatino” ha alle spalle una storia millenaria e un modo di manifestarsi differente da epoca ad epoca, ma sempre specchio della società che lo produce.
Definire perciò cos’è esattamente un soldatino è operazione complessa, ma si può tentare di proporlo genericamente come ”la riproduzione in scala di un simulacro di guerriero di una determinata epoca passata, contemporanea ed eventualmente anche futura”.
Nella difficoltà di definizione sta la storia di questo oggetto, che per quanto riguarda la produzione attuale si preferisce citare utilizzando i termini di Figurino Storico e Model Soldier. Questi termini aiutano a chiarire le tre grandi fasi che hanno caratterizzato la storia di questi piccoli oggetti. Nati come Soldatini per attività più o meno ludiche di bambini delle epoche passate, sono divenuti col tempo Figurini Storici, oggetto di collezionismo quali riproduzioni tridimensionali di uniformi, per divenire ai giorni nostri Model Soldier, palestra d’ardimento di grandi capacità manuali che rasentano il campo dell’arte.
Tratto da:
P. ALLEVI, Soldatini, Istituto Geografico De Agostini, Novara 2006